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Un po’ di storia. Lodovico Pozzetti a Baragazza

Pubblicato da Andrea Donati in Notizie · 8/10/2016 15:45:00
Tags: storiapozzettibaragazza
L’unico lavoro di restauro che risulta inequivocabilmente attribuibile a Lodovico Pozzetti, è quello della restaurazione della Madonna della Pieve a Baragazza.

Di Andrea Donati

Prendendo spunto da una nota pubblicata su Facebook da Pietro Marchettini, riportiamo quanto ci è sembrato importante per conoscere un piccolo pezzo di storia di Baragazza.

“Quando Lodovico Pozzetti si recò a Baragazza (nei primi mesi del 1923), ameno paese dell'appennino bolognese sito a poca distanza dal Santuario mariano di Boccadirio, per dare luogo ai restauri dell'ancona lignea dorata e fregiata a finti marmi che tutt'ora incornicia la bella immagine della Madonna della Pieve arcipretale dedicata a San Michele Arcangelo, il nostro si era già affacciato ai settant'anni e con tutta probabilità per onorare una commessa così importante ed impegnativa doveva essere affiancato dal giovane Giorgio Amadori, allievo e pupillo che già da diversi anni cresceva nell'arte e nell'esperienza del restauro e della doratura nel laboratorio di via Castiglione 33 a Bologna.

Lodovico Pozzetti sale l'appennino chiamato dal Reverendo Massa, arciprete di Baragazza, che individua nell'Indoratore arcivescovile di Bologna, cui fu attribuito il riconoscimento della medaglia d'oro in occasione dell'Esposizione vaticana del 1887, il maestro cui affidare le dorature ed i mirabili finti marmi della "nuova" ancona eseguita negli anni 1922-1923.

Questo citato è l'unico lavoro che attualmente risulta inequivocabilmente attribuibile al Pozzetti grazie alla documentazione rinvenibile presso il prezioso archivio parrocchiale della Pieve di San Michele Arcangelo di Baragazza.

Qui infatti esiste ancora l'antica fattura su carta intestata rilasciata dal Pozzetti datata 28 aprile 1923 che descrive brevemente i lavori di doratura e restauro operati ed alcuni materiali impiegati, davvero un preziosissimo contributo alla ricostruzione della storia del suo laboratorio.

Faccio seguire, a completamento di queste notizie e per meglio calarsi nello spirito devozionale verso la Madonna che da secoli contraddistingue la comunità di Baragazza, lo scritto di Ennio Baldi che in un afoso mattino di settembre ho avuto il piacere e la fortuna di incontrare e cui sempre sarò riconoscente.”



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