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Vernio. 442esima rievocazione della Festa della Polenta

Pubblicato da Andrea Donati in Vernio · 16/2/2018 13:42:00
Due giornate per la più antica rievocazione storica annuale.



Di Andrea Donati

Almeno una volta consiglio di partecipare a questa festa dove veramente ci si immedesima nell’ambiente medioevale durante questa rievocazione che credo unica in quanto ad età (442esima) e a partecipazione di gruppi storico/folcloristici.

Venerdì 16 febbraio, a partire dalle 21, nella Galleria di Palazzo Bardi va in scena il primo appuntamento della rievocazione 2018: Le novelle dei Conti Bardi. La serata sarà animata dal sindaco Giovanni Morganti, dal presidente della Società della Miseria Piero Sarti, ma soprattutto da Alessandro Magini, presidente dell’Accademia Bardi e da anni studioso delle vicende della famiglia. Da quasi vent’anni infatti, Magini conduce una intensa attività di ricerca sui fondi archivistici del potentissimo casato dei Bardi, custoditi a Firenze, Prato e Vernio e sui tanti personaggi a cui la famiglia ha dato i natali. Le loro vicende compaiono anche in alcune novelle trecentesche, per esempio di Franco Sacchetti, che saranno appunto il filo conduttore dell’incontro.

La festa della Polenta per Vernio è la celebrazione più importante dell'anno. Storia, tradizioni e lo straordinario patrimonio gastronomico della Vallata per l'edizione 442 della famosa rievocazione.

La giornata di Domenica inizia alle 9.30 con la partenza del Corteggio Storico. Alle 11.30 la lettura della "storica pergamena" e alle 12.30 via alla distribuzione di polenta dolce, aringhe e baccalà secondo la tradizione. Nel pomeriggio esibizioni dei gruppi storici ospiti, stand gastronomici tipici con preparazioni a base di farina di castagne, spettacoli di fuoco a cura del gruppo Lumen Invoco e gli stornelli del cerimoniere Federico Guerri.

Due cenni storici sui Bardi:

“Giovanni Maria Bardi dei Conti di Vernio.

Accademico, letterato, musicista, mecenate, politico, militare, Giovanni Maria Bardi dei Conti di Vernio è stata una figura di grande interesse nella cultura tardo rinascimentale italiana. Fu promotore e animatore della celebre "Camerata fiorentina", un cenacolo di artisti e intellettuali che faceva accademia nel Palazzo Bardi (presumibilmente in via de' Benci a Firenze) per trattare i grandi temi legati all'arte classica. Vincenzo Galilei (padre di Galileo), Ottavio Rinuccini, Giulio Caccini, Jacopo Peri furono i più famosi ospiti del Conte di Vernio, il cui ruolo nella vita artistica e culturale di Firenze tra '500 e '600 fu senz'altro di primo piano. Oltre ad essere stato l'ideatore e l'artefice di alcuni dei pù grandiosi spettacoli della Corte medicea, Giovanni Bardi ebbe importanti contatti con letterati, filosofi ed istituzioni culturali di grande rilievo: basti ricordare Francesco Patrizi, Torquato Tasso, Cosimo Bartoli, l'Accademia della Crusca della quale fu, insieme ai figli Pietro e Cosimo, uno dei primi e più attivi membri. Il Conte di Vernio ha lasciato scritti e pubblicazioni che riflettono la sua eclittica personalità e che trattano le più diverse tematiche: la tragedia classica, il gioco del calcio, l’archeologia, la musica. Le ricerche di Giovanni Bardi e della sua Camerata nel campo della musica e del teatro si rivelano di grande interesse anche per una riflessione sul teatro musicale contemporaneo. In particolare le questioni affrontate dal Conte di Vernio relativamente al rapporto “suono-parola-spazio scenico”, possono rappresentare un significativo punto di confronto e stimolo per nuove proposte nell’ambito della ricerca e della sperimentazione contemporanea.

La famiglia Bardi, potentissimo casato fiorentino, amministrò per oltre quattro secoli ampi territori della provincia toscana, segnandone profondamente la storia culturale ed economica e lasciando importanti tracce a Firenze e nei dintorni; Cappelle Bardi nella basilica di Santa Croce (affrescate da Banco di Maso e da Giottino), Chiesa di Ognissanti, Santa Maria Novella, S. Maria Maddalena de’ Pazzi, Palazzo Bardi in via de' Benci a Firenze; Palazzo Alberti a Prato; Rocca di San Quirico, Pieve di S. Ippolito, Badia di Montepiano, Oratorio di San Niccolò e Casone de’Bardi a Vernio . In questo vasto territorio al confine tra il Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio, i Bardi ebbero i loro maggiori possedimenti che governarono dal XIV secolo fino alla venuta delle truppe napoleoniche.“








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