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L'allarme di Arpat: specie vegetali e animali aliene nei corsi d'acqua pratesi

Pubblicato da Andrea Donati in Prato · 20/12/2019 04:50:00
Si tratta soprattutto di molluschi di origine esotica introdotti dall'uomo accidentalmente o volontariamente. Costituiscono un "concreto rischio sanitario alimentare"



Di Andrea Donati

Nei corsi d'acqua pratesi sono comparsi animali e vegetali alieni, termine tecnico che in sostanza significa specie introdotte dall’uomo, accidentalmente o volontariamente, in territori dove non era presente. Lo comunica l'Arpat.

Negli ultimi anni nei fiumi del comprensorio pratese, si sono registrati numerosi ritrovamenti di molluschi appartenenti a specie esotiche come il bivalve Corbicula fluminea nei tratti planiziali del fiume Bisenzio o il gasteropode Sinotaia quadrata sia nell’Ombrone pistoiese che nel fiume Bisenzio, che nel fiume Arno a valle dell’immissione dello stesso Ombrone pistoiese. La presenza di questo mollusco è segnalata anche nel tratto di fiume Arno che segna il confine tra i Comuni di Montelupo Fiorentino e Carmignano dove tra l'altro numerose persone lo raccolgono per scopo alimentare.

"I quantitativi raccolti, - spiega Arpat - oltre a rappresentare un concreto rischio sanitario alimentare legato alla qualità delle acque in cui questi organismi si sono sviluppati e sono stati raccolti, rimandano alla necessità di inquadrare correttamente quali impatti possano esercitare sull’ecosistema e sulle altre specie autoctone naturalmente presenti".

Il problema delle specie aliene, soprattutto di quelle invasive, è ormai da alcuni anni di grande attualità, così come lo sono gli impatti che queste specie hanno causato e continuano a causare su ecosistemi, attività economiche e salute.

Dal punto di vista ecologico, una specie aliena invasiva è una specie che si diffonde dal punto di introduzione, con una certa velocità, e diventa prima stabile e poi prevalente all’interno della nuova area. Durante il processo di stabilizzazione, le densità sono molto basse ed è difficile rilevarne la presenza; così la specie ha tutto il tempo di stabilizzarsi ed espandersi in modo indisturbato, spesso cominciando ad essere rilevata solo quando ormai ha raggiunto densità consistenti.

Le specie aliene invasive causano impatti più o meno gravi su singole specie autoctone, su comunità e ecosistemi attraverso meccanismi come competizione, predazione, ibridazione, trasmissione di malattie, parassitismo. Le specie aliene invasive rappresentano per questo la seconda causa di perdita della biodiversità dopo la distruzione degli habitat. Delle 680 specie animali estinte documentate, le specie aliene invasive hanno avuto un ruolo importante nel 54% dei casi e nel 20% dei casi sono state l’unica causa che ha portato la specie nativa all’estinzione. Gli accertamenti di Arpat proseguono. 

Fonte: Notizie di Prato - http://www.notiziediprato.it/





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