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"Lo smog aiuta la circolazione del virus". L’Alma Mater ha partecipato all’analisi di Sima

Pubblicato da Andrea Donati in Bologna · 30/9/2020 09:18:00
Leonardo Setti: "Trovate tracce nei filtri di raccolta del particolato atmosferico"



Di Andrea Donati

C’è una grossa parte di Bologna nello studio di Sima – Società Italiana di Medicina Ambientale – fatto in collaborazione con le Università di Bari, Trieste e appunto l’Alma Mater, in cui si dimostra la correlazione fra lo smog e la diffusione del Coronavirus.

Lo studio, apparso sul ‘British Medical Journal’ dopo sette mesi di peer-review da parte della comunità scientifica internazionale, sottolinea infatti "un collegamento fra l’inquinamento atmosferico e un’impennata dell’indice di trasmissione del virus – commenta Leonardo Setti, docente di biochimica industriale dell’Alma Mater e membro del comitato scientifico Sima –.

Abbiamo ottenuto la prova definitiva dell’interazione tra particolato atmosferico e virus quando siamo riusciti a isolare tracce di Rna virale in campioni provenienti dai filtri di raccolta del particolato atmosferico, prelevati nella provincia di Bergamo durante l’ultima serie di picchi di sforamento di PM10 avvenuta a fine febbraio, quando le curve di contagio hanno avuto un’improvvisa accelerata, culminando nel lockdown".


Una ricerca che evidenzia anche come in Pianura Padana, quando durante l’inverno è possibile riscontrare per diversi giorni consecutivi oltre 150mila particelle per centimetro cubo, l’ambiente esterno possa essere assimilabile a un ‘indoor’ con il soffitto di qualche decina di metri, dove in presenza di una grande circolazione virale le condizioni di stabilità atmosferica, il tasso di umidità e la scarsa ventilazione hanno aperto e aprirebbero ancora vere e proprie ‘autostrade’, come vengono definite nella ricerca, alla diffusione del Covid-19.

"Si tratta della quarta pubblicazione che abbiamo prodotto dal mese di marzo – così Alessandro Miani, presidente della Sima –, quando ci siamo sentiti in dovere di avvertire i decisori politici, nel pieno dell’emergenza Covid, che la distanza di sicurezza di due metri, ridotta a un metro per gli ambienti indoor dal Cts governativo, non era sufficiente a garantire la sicurezza e che era necessario obbligare all’uso della mascherina tutti i cittadini in ogni luogo aperto al pubblico, in un momento in cui si stava ancora discutendo dell’efficacia dei dispositivi di protezione individuale".

Una presa di coscienza quanto mai attuale con l’avvicinarsi dell’inverno e di un preventivabile ‘effetto cappa’ dovuto all’inquinamento atmosferico. L’obbligo di mascherina anche all’aperto nei weekend nel centro storico cittadino scatterà presto, già a partire da venerdì. Ma stando alla pubblicazione condotta anche grazie al fondamentale contributo dell’UniBo potrebbe non bastare. La guerra al coronavirus continua, ma se temperature e smog pongono il piano inclinato in salita, la ricerca e la consapevolezza continuano a rappresentare le nostre migliori armi di difesa.
Fonte: Il Resto del Carlino
Articolo di Francesco Zuppiroli



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